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Il cinema giapponese a Venezia

Tra le molteplici intersezioni culturali rintracciabili nella storia di Venezia con il Giappone, il cinema ha rappresentato dallo scorso secolo una delle sfere più interessanti. Complici da un lato le attività della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, dall’altro il prezioso bacino di studi sull’Oriente offerto da Ca’ Foscari, il percorso delle immagini verso la città lagunare ha seguito un flusso pressocché invariato nei decenni. Il risultato, a distanza di tanti anni dall’avvio di questo speciale “sodalizio”, ancora oggi è esaltante: i quasi dieci minuti di standing ovation per Tsukamoto Shinya nel corso della proiezione del suo nuovo film Kotoko sono stati la manifestazione più evidente del profondo amore che lega il pubblico veneziano, oltre che internazionale, alla cinematografia nipponica.

Il debutto internazionale del cinema giapponese si fa tuttora coincidere con il Leone d’Oro veneziano conferito nel 1951 al film Rashomon di Kurosawa Akira, ma non molti sanno che Venezia e il suo festival hanno ospitato e persino premiato film giapponesi già dagli anni Trenta. Infatti, è del 1934, quindi a soli due anni dopo la nascita della Mostra Cinematografica, il “Diploma d’Onore” conferito al documentario Nippon di Osamu Rokusha. Del 1937, ancora, la “Segnalazione della giuria” per il film Kojo no tsuki di Sasaki Keisuke. Negli stessi anni, va ricordato, i film giapponesi presentati all’estero erano davvero rari e, a esclusione della proiezione newyorkese nel 1935 di Tsuma yo bara no yo ni di Naruse Mikio, si trattava di presentazioni particolari organizzate privatamente dagli stessi registi, come Kinugasa Teinosuke che personalmente viaggiò in Europa per presentare il suo film Jujiro presso varie cineteche private.

La scelta, poi risultata vincente, di presentare Rashomon a Venezia, è stata all’inizio piuttosto controversa. Il produttore Nagata Masaichi della Daiei non era del tutto entusiasta all’idea di rappresentare la propria compagnia in un Festival di prestigio con un’opera in costume, ritenendo che il carattere esotico dell’ambientazione avrebbe negativamente influito sulla percezione del pubblico. Non prevedeva perciò che gli spettatori veneziani e la critica più familiare al festival avrebbero comunque amato il film nella sua atemporalità e per i suoi messaggi universali, decretando infine il successo che noi tutti conosciamo. Al contrario dalle sue previsioni, invece, Rashomon aveva in qualche modo sdoganato il cinema non solo giapponese, ma in generale asiatico, aprendo la strada a una lunghissima serie di premi negli anni subito successivi. Piu’ ancora che Cannes o Berlino, per anni la kermesse lagunare ha rappresentato una rara occasione per avvicinare opere straordinarie, spesso premiandole. Come si può vedere, la lista delle presenze di successo fino agli anni Sessanta è stata davvero importante:

1952

- PREMIO INTERNAZIONALE: SAIKAKU ICHIDAI ONNA di Kenji Mizoguchi

- SECONDO PREMIO PER I CORTOMETRAGGI DI ATTUALITA': TETSURO NI IKIRU di Hideo Sekigawa

1954

- LEONE D'ARGENTO: SHICHININ NO SAMURAI di Akira Kurosawa

SANSHO DAYU di Kenji Mizoguchi

1956

- PREMIO PER IL MIGLIOR DOCUMENTARIO DIDATTICO: E O KAKU KODOMOTACHI di Susumu Hani

- MENZIONE PER I FILM SPERIMENTALI: YUREI SEN di Noburo Ofuji

- SEGNALAZIONE DELLA GIURIA: AKASEN CHITAI di Kenji Mizoguchi

BIRUMA NO TATEGOTO di Kon Ichikawa

1957

- GRAN PREMIO DEL FILM PER RAGAZZI: LA STORIA DEL PICCOLO TATCHAN di Nichiharu Aoyama cm

- MENZIONE SPECIALE: NOTIZIARIO YOMURI p: Yomuri-Kokusa

1958

- LEONE D'ORO: MUHOMATSU NO ISSHO di Hiroshi Inagaki

- PREMIO PER IL MIGLIOR FILM SCIENTIFICO: MIKURO NO SEKAI di Tetsuro Onuma e Masami Segiyama

1959

- DIPLOMA SPECIALE PER I FILM A SOGGETTO PER I RAGAZZI DA 13 A 18 ANNI: HAKUJA DEN di Taiji Yabushita

- DIPLOMA SPECIALE PER LA MIGLIORE FOTOGRAFIA: FUNJI di Masahara Akasa - cm

1960

- LEONE DI SAN MARCO PER IL MIGLIOR FILM A SOGGETTO ADATTO AI RAGAZZI DAI 12 AI 18 ANNI: SHONEN SARUTOBI SASUKE di Taiji Yabushita

- MENZIONE PER L'INTERPRETAZIONE DEL RAGAZZO PROTAGONISTA: THE SEA OF ERAB di Zensuke Niseio

- OSELLA DI BRONZO PER I FILM CULTURALI ED EDUCATIVI: THE SEA OF ERAB di Zensuke Niseio

1961

-COPPA VOLPI PER IL MIGLIOR ATTORE: TOSHIRO MIFUNE PER YOJINBO di Akira Kurosawa

- DIPLOMA SPECIALE: SAIYU-KI di Taiji Yabushita

1962

- LEONE DI SAN MARCO PER IL MIGLIOR FILM RICREATIVO PER L'INFANZIA: SINBAD IL MARINAIO di Taiji Yabushita

- TARGA LEONE DI SAN MARCO PER IL MIGLIOR FILM DI VITA CONTEMPORANEA E DI DOCUMENTAZIONE SOCIALE: NICHIDIN di Toshio Matsumoto

- OSELLA DI BRONZO PER I TELEDOCUMENTARI: GLI AMICI DEL SOLE di Hiroshi Asanuma

- OSELLA DI BRONZO PER I CORTOMETRAGGI DI ANIMAZIONE: GIARDINO UMANO di Yoji Kuri - cm

1963

- SEGNALAZIONE DELLA GIURIA: CHIISANA BOREN RYOKO di Nagisa Oshima

-OSELLA DI BRONZO PER I FILM DI ANIMAZIONE: AMOUR LOVE di Yoji Kuri cm

- OSELLA DI BRONZO PER I FILM SCIENTIFICI: SEGRETO NELL'ALVEARE di Gen'ichro Iguchi - cm

- SEGNALAZIONE DELLA GIURIA: CHIISANA BOREN RYOKO di Nagisa Oshima

1965

- COPPA VOLPI PER IL MIGLIOR ATTORE A: TOSHIRO MIFUNE PER AKAHIGE di Akira Kurosawa

Il ventennio 1970-80 è stato il meno felice sul piano dell’internazionalizzazione del cinema giapponese. Probabilmente a causa del carattere altamente sperimentale di molte opere da un lato, o diversamente troppo commerciale di altre, come le produzioni manageriali alla Kadokawa Haruki, per molti anni le vetrine festivaliere hanno presentato solo rari titoli provenienti dal Giappone. Eppure, Venezia non ha mai cessato di esplorare le potenzialità di questa cinematografia. Nel 1980 la Mostra ha consacrato uno dei registi più importanti, Mizoguchi Kenji, con una rassegna assolutamente completa dei suoi film, celebrando l’occasione con un volume a cui hanno contribuito i nomi più importanti della critica internazionale, che è tuttora punto di riferimento imprescindibile per avvicinare l’opera del cineasta. E sempre negli anni Ottanta, per esattezza nel 1982, ecco il conferimento del Leone d’Oro alla carriera allo stesso Kurosawa Akira, celebrato ulteriormente lo scorso anno con un convegno dedicato al centenario dalla sua nascita.

Infine, nel 1997 la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia ha conferito il Leone d’Oro a Hana-bi di Kitano Takeshi, regista che pochi anni dopo, nel 2003, avrebbe ricevuto anche il Leone d'Argento con Zatoichi.

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